domenica 23 settembre 2007

Paris

Bene, mi svelo, dichiaro il mio essere a Parigi, do un nome ai miei luoghi e rendo possibile riconoscerli...
E, forse, in questo modo riconoscere me.
Il diario è iniziato, e nonostante come sempre le parole rilette mi sbalzino fuori di me, ne riporto alcune, qualche traccia sparsa perchè resti anche fuori di me il primo incontro con questa città..

19 Settembre

Vento fresco e cielo azzurro, e qualche nuvola bianca sparsa, veloce, trasportata dal vento e in un istante spunta il sole, che scalda la schiena.
Notre Dame, il piazzale in fronte con intorno le siepi ben curate, invase da uccellini bramosi di cibo, piccoli e con le piume arruffate, morbide, lanuginose, a centinaia in un metro quadro.
Le viuzze ogni tanto riservano sorprese. In una traversa di Rue Saint Jaques una chiesetta inondata dal sole, pietra grigia che ogni tanto lascia spazio ai vuoti e alle punte del gotico, questa traccia di nero e quasi angoscia in mezzo alla leggerezza e al savoir faire francese.
Strano gusto per il mostruoso.
I gargoyles di Notre Dame, un drago davanti a una chiesa, fiamme dorate su lingue di metallo nero che perforano il pavimento e foglie lunghe, alghe dorate che si allungano in alto.
Contrasto strano, tra la cura, quella che sembra essere la volontà di tenere tutto sotto controllo, tutto perfetto, non una cosa fuori posto a rovinare l'armonia dell'ordine, e questi mostri che sorvegliano impassibili e feroci non si sa bene cosa. Non angeli nè santi, ma draghi e creature di pietra.
Paris sorvegliata dall'alto, sorvegliata di notte, perchè anche col buio tutto continui a essere calmo e tranquillo, senza intoppi, faccia impeccabile di fronte al mondo. Il faro della Tour Eiffel, un giro completo sopra tutta la città, ne descrive il raggio, la percorre intera fino alle periferie. Non un angolo ne resta fuori. E il secondo faro dritto dentro al cielo. Ego innalzato, dentro la notte, a ricordare di essere lì, sempre presente, sopra tutto.

20 Settembre

Metro.
Odore d'incenso e linee di violino. Odore di pane dolce, zucchero scaldato che sale nell'aria.
Musiche di Moulin Rouge perchè i turisti riconoscano la città, e trovino anche qui suoni e sapori conosciuti per non sentirsi fuori luogo, estranei.
Codici per non sentire il peso dell'Altro.
Evitare lo spaesamento.
Unico punto fermo di cui noi monadi moderne disponiamo, nuovi dèi fatti di carne macinata e bollicine..

22 Settembre

Montmartre e le Sacre Coeur. Salire le scale con un sottofondo di jambee e deejeredoo e una voce maschile, bassa.
Parigi dall'alto, tutta illuminata, e alle spalle pietra bianca.
Pietra che diventa più bianca ogni volta che piove per via di una sostanza che secerne. Notizia che da sola basta a illuminare la giornata.
Un giro per la parte alta di Montmartre, so di essere turista, di comportarmi da tale, so di averne gli stessi sguardi e movenze.
Un clochard (che fa più chic e snob insieme che dire barbone..) che ti dice convinto, in perfetto italiano, che il tuo maglione che tieni in mano è il suo. Chissà quanti ne avrà fregati!

23 Settembre

Sera a Notre Dame, di nuovo, ancora una volta bellissima, sospesa e trattenuta dalle arcate gotiche, ormeggi per trattenerla a terra, troppo leggera per non volare via. Archi slanciati in pietra che le regalano vuoti, lasciando spazio all'aria.

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