mercoledì 21 gennaio 2009

la luce è nascosta nell'ombra

Legarsi, stringersi forte.

Resti lì con le braccia spalancate, in procinto di volo o per accogliermi contro il petto, stretta forte.
Noi a mondi opposti che si fanno guerra a vicenda. Talmente prossimi che io inizio dove finisci tu...



Mattine d'estate, stesi su un letto che ruba all'ombra un filo d'aria, recuperato in soffio dal mare.
Non darsi mai per scontati, ogni giorno daccapo, in orizzonti verticali che ruotano e sfumano mentre il sole sprofonda sullo Jonio blu cobalto.
Tra difetti e ferite, sono desideri che danzano nei riflessi d'ombra, lì dove il sole filtra e sgrana l'aria.

-Buongiorno
-Good morning

La luce è nascosta nell'ombra.

lunedì 12 gennaio 2009

nautilus, dandelion, fuochi fatui

Le parole si sono chiuse come un nautilus, non mi lasciano entrare.
Smetti di scrivere per altri immaginari. Scrivi per qualcuno, per te, per nessuno. Ma non scegliere altro.
Non lanciare parole come semi di soffione... Mascherati di lanugine non possono mostrarsi nè darsi. Nemmeno attecchire.

Cercare l'incoscienza per lasciare il giorno, dare e prendere, scrollar via i pensieri che fingono o cercano di essere per lasciare spazio alla marea che oscilla lenta, tra i capogiri che accompagnano il sonno.
Via i pensieri, fatti di razionalizzazioni continue, talmente tante da esaurire tutte le energie. E poi non resta forza per far altro che l'ultimo nodo al filo e prenderlo tra i denti per spezzarlo.
Lasciarsi andare, è l'unica strada, senza pensare.

Sensazioni che scorrrono sotto la pelle più superficiale, sussurrando cose che non voglio sapere, non vorrei sentire.
Ogni volta che ci accontentiamo di noi ci allontaniamo un poco in più, prima o poi rischieremo di perderci. E se fosse già successo, mentre eravamo distratti e coi pensieri altrove, senza guardarci...?

Ogni giorno costruiamo le nostre maschere, scivoliamo tra le rughe del cuoio piegato da artigiani dalle mani ruvide e le dita antiche. Forse solo apprendisti stregoni che non sanno con che giocano - o non sanno a che giocare e riempiono il tempo di lucciole e fuochi fatui.

Giochiamo e recitiamo copioni ad arte finchè le maschere non si appoggiano alla pelle, ci s'incollano addosso.
Ci siamo persi quando abbiamo accettato tutto questo, un addio sussurrato a mezza voce, appena un bisbiglio, quasi dolce...

sabato 3 gennaio 2009

le briciole brillano alla luna?

Lasciamo troppo spesso che altri decidano per noi, traccino vie, le nostre modalità d'essere.
Ti accontenti di briciole di pane che sotto la luna non brillano e si confondono alla sabbia, beccate dagli uccelli notturni dalla voce stridula che gratta in gola e contrae la pelle. Tra gli alberi il vento fischia, e il tuo respiro non lo senti più.
Fingo, fingo, fingo di continuo, convincendomi che le briciole gettate tra la polvere sono tutto ciò che desidero. O forse non mi voglio così bene... E allora penso che sono tutto ciò che merito.
A furia di gettarci tra la polvere diventiamo mendicanti.
Frugo nel cesto degli scampoli, cercando stralci di me da dar via per nulla in cambio.

E mi chiedo cosa succederebbe se iniziassi a cantarmi come Vassilissa la Bella con le vesti ricamate d'argento, che solca le onde vestita da esse e con manti di spuma...

Chissà, forse non c'è davvero nulla in fondo.

Dischiudi il vaso, senza pensare.
Mal che vada l'aria potrà comunque entrare dentro, fischiare nei cerchi della terracotta che dal fondo salgono alla bocca, portare con sè profumo di argilla e buio, impronte umide tra terra e aria.

venerdì 2 gennaio 2009

le matite graffiano i fogli

Usare mezzi inutili e tristi come parole tracciate su un asfalto da calpestare senza cura, sporcate della neve imbevuta di smog che ricopre le cose.
Non è più tempo di cura e sorrisi, e dovrei imparare a capirlo.

Vado presa a piccole dosi, forse solo in questo mondo fatto di segni in bianco e nero in cui la prossimità è fittizia e le varie tempeste che porto con me sono tenute distanti, a scaricare sul mare.

Parole che esplodono, ancor più perchè non possono essere dette.
C'è un cuscino contro la bocca mentre le grida vogliono uscire, le lenzuola s'infilano in gola e premono sulla lingua per insegnarle a tacere.

E' tempo sbagliato questo, e il modo non fa che seguire il tempo.

Smettiamola di fingere che io possa tracciare immagini belle, o parole per evocare pensieri. Almeno cessiamo di fare commedia.

Non capisci perchè piango, non so se riuscirai a farlo.

Cerco scatole buie per non pensare.
Continuo a progettar fughe, per non dovermi scontrare con me.
In mano una matita senza punta, io, un abbozzo che non sa che fare con sè.