Usare mezzi inutili e tristi come parole tracciate su un asfalto da calpestare senza cura, sporcate della neve imbevuta di smog che ricopre le cose.
Non è più tempo di cura e sorrisi, e dovrei imparare a capirlo.
Vado presa a piccole dosi, forse solo in questo mondo fatto di segni in bianco e nero in cui la prossimità è fittizia e le varie tempeste che porto con me sono tenute distanti, a scaricare sul mare.
Parole che esplodono, ancor più perchè non possono essere dette.
C'è un cuscino contro la bocca mentre le grida vogliono uscire, le lenzuola s'infilano in gola e premono sulla lingua per insegnarle a tacere.
E' tempo sbagliato questo, e il modo non fa che seguire il tempo.
Smettiamola di fingere che io possa tracciare immagini belle, o parole per evocare pensieri. Almeno cessiamo di fare commedia.
Non capisci perchè piango, non so se riuscirai a farlo.
Cerco scatole buie per non pensare.
Continuo a progettar fughe, per non dovermi scontrare con me.
In mano una matita senza punta, io, un abbozzo che non sa che fare con sè.
venerdì 2 gennaio 2009
le matite graffiano i fogli
traccia di
plenilunjo
alle
13:10
Etichette: incontri-scontri
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