venerdì 20 marzo 2009

sguardi sospesi

Accucciata sul mio letto sospeso, in altezze che oscillano tra voli e vuoti d'aria, fremito di pelle e cuore agitato.

Fuori piove, probabilmente scroscia forte; prima le gocce si sentivano schiantare sulle foglie grandi del ficus, dalle fibre robuste e la consistenza sostenuta, piegate a conca a trattenere l'acqua che cade. Ma ora, attraverso i vetri e le tapparelle giù si sente appena qualche rivolo, un brusio di sottofondo, quasi un respiro.

Nido viola sotto un soffitto che si smussa agli angoli e raccoglie tutto,
come una coccola lenta.

Giorni passati a combattere fantasmi di me, perchè non mi facciano indietreggiare, perchè mi lascino respirare anche nel nuovo, in ciò che non conosco e spiazza e spaventa.
Piano piano, imparando a riconoscere ciò che mi circonda da quelle imago che non esistono e che sono io a plasmare dando loro vita, creando un mondo d'intorno che non c'è.
Forse non è vero nulla e in realtà sotto i neon rossi rotolano matasse di sterpi.
Ma non importa e si va avanti giorno per giorno, a recuperare energie e lasciarle fluire, a lasciarmi vivere...

Troppo spesso è frenesia di fondo, che resta compressa e batte sorda come una grancassa frenata.
Voglio un cuore che vada a tempo, che la smetta di ossessionarmi convulso quando non sa che fare solo perchè troppo insicuro per semplicemente agire.

Essere scostanti è un'ottima maschera. Consente di tenere alla larga, così da essere sicuri di non poter essere avvicinati abbastanza da poi deludere.

Paura... E' solo paura...

Ho bisogno di tempo, di far sì che i gesti e le voci diventino familiari, sedimentati a diventare un po' parte di me, così da poterli riconoscere la prossima volta, senza più bisogno di restare all'erta.

E' solo paura...
Dammi tempo di abituarmi a te, di non sentirti più nuovo, più estraneo...

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