domenica 16 marzo 2008

...speriamo mangi marzapane!

C'era una volta il lupo e i sette capretti, che finiva col lupo annegato nel fiume con le pietre nella pancia al posto dei teneri caprettini. Ma se il lupo avesse avuto anche lui dei lupetti? Allora loro sarebbero rimasti soli, senza papà. Come se la sarebbero potuta cavare?

C'era una volta una capra che aveva sette capretti. Nonostante le premure perchè non cadessero nelle trappole del lupo, i caprettini avevano scambiato le sue zampe sporcate di farina per quelle della madre e gli avevano aperto la porta di casa: lui ne mangiò sei. Il più piccino, quando la madre rientrò, le raccontò cosa fosse successo e la capra andò allora alla ricerca del lupo. Lo trovò, addormentato per la scorpacciata, e gli aprì la pancia per far uscire i figlioletti. Poi la ricucì, mettendovi dietro delle pietre pesanti e quando il lupo si svegliò e andò a bere al fiume, sporgendosi troppo cadde in acqua e affogò.
Tuttavia...

Anche il lupo era padre, e a casa lo attendevano i suoi sette lupetti, piccoli, ancora troppo giovani per cacciare e procurarsi il cibo. La capra allora, decise di prenderli con sè, e li allevò insieme ai suoi sette capretti. A tutti quanti dava tenera erbetta, e i cuccioli crebbero insieme come fratelli. Giocavano a rincorrersi intorno alla casa, e i lupetti impararono a riconoscere l'erba più verde, senza che mai venisse loro il pensiero di voler cacciare un altro animale.
Passò il tempo, i cuccioli divennero più grandi, e il vecchio zio lupo decise di andare a trovare i sette nipotini per vedere come se la cavavano senza il padre. Non sospettava che i lupetti fossero stati allevati da mamma capra, e mai avrebbe immaginato di trovarli a giocare con dei teneri e succulenti capretti. Quando arrivò e li vide rincorrersi nella radura con aria ridente, andò su tutte le furie e ululando fece fuggire i capretti e costrinse i piccoli lupi a ritornare nella casa del padre. "Ma cosa pensate, -disse loro- di poter giocare con quegli animali così deboli? Voi dovete cacciarli, e ucciderli, e mangiarli! Non potete giocare con loro!". "Ma sono nostri amici", gli risposero i capretti. E lo zio lupo "Vi proibisco di giocare con loro. Voi siete lupi, e i lupi cacciano i capretti. D'ora in poi resterò con voi, per vedere se vi comporterete come gli animali che siete. Non me ne andrò finchè non vi vedrò dar loro la caccia".
I lupetti erano disperati, non sapevano cosa fare e mai avrebbero potuto cacciare i loro amici capretti. E come fare poi a dire allo zio che loro non mangiavano carne, e che l'erbetta che cresceva lungo il fiume, vicino alle pietre bianche, era così dolce e tenera. Tristi e sconsolati non sapevano come risolvere la situazione, quando a un tratto un lupetto disse "Fratellini miei, mi è venuta un'idea. Facciamo così, andiamo nella città e chiediamo al pasticcere di fare per noi dei capretti di marzapane, grandi quanto i nostri fratelli capretti. Poi li nasconderemo nel bosco e quando lo zio ci chiederà di cacciarli noi ci butteremo su quelli di marzapane, così lui crederà che ci comportiamo da veri lupi e ci lascerà vivere in pace".
Così fecero, e quando i capretti di marzapane furono pronti li nascosero nel fitto della foresta. Poi andarono dallo zio lupo e gli dissero "Zio, avevi ragione, noi siamo lupi e dobbiamo cacciare. Oggi te lo faremo vedere, andremo tutti insieme nel bosco e cacceremo i capretti". Andarono, e quando furono lì iniziarono a correre tra gli alberi gridando "Eccoli lì, eccoli! Non ci scapperanno! Ecco, l'ho preso!". Si gettarono sulle statuine di marzapane e le mangiarono tutte, fino a riempirsi la pancia, e poi tornarono dallo zio. Lo zio lupo li guardò con soddisfazione, sorrise loro e gli disse "Mi ero sbagliato su di voi. Voi siete veri lupi. Non avete bisogno di me, posso andarmene sapendo che crescerete bene". E i lupetti "Sì zio lupo, siamo cresciuti, grazie per essere stato con noi e per averci spiegato come si deve comportare un lupo. Ti promettiamo che continueremo a comportarci bene. Tu va via tranquillo, non ti preoccupare".
Appena lo zio lupo ebbe lasciato il bosco i lupetti si guardarono e sorrisero, poi si misero a correre e tornarono dai loro fratellini capretti, a giocare a rincorrersi sulla riva del fiume, cercando l'erba più tenera intorno alla grande pietra bianca.

Ecco cosa succede a sentir raccontate troppe fiabe. Poi viene da inventarne di nuove, ma le fiabe sono così. Vivono perchè vengono raccontate e perchè vengono tinte dei colori di chi se ne impossessa.
Inventata assieme a mia madre in pomeriggi credo invernali, mi ricordo il forno acceso e le torte a cuocervi dentro.

morale: non tutti i lupi sono cattivi, quindi non rispondere "crepi" quando ti dicono in bocca al lupo. Magari era un lupetto della mia storia, ed era solo in cerca di marzapane...

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