venerdì 14 marzo 2008

luci fioche

Sopravvissuta al viaggio.

Partire, andar via, sradicarsi. Non sai neanche tu perchè, non è la prima volta che ti metti in viaggio, ora è solo un po' più lungo, ma è come se ti stessi privando di ogni punto di riferimento. O forse ti sembra di averli già persi.
Continui ad aggiungere chilometri, aumenti lo spazio che in realtà sai che non ti sta separando da nulla. Sai che non vorresti andare, non vuoi partire, dove sei è l'ultimo posto al mondo dove vorresti trovarti. Ma non è che ne preferiresti un altro. Semplicemente non vorresti essere da nessuna parte.
Le mani sporche di nero, il viso ormai lavato, senza più ombra di trucco. E tuttavia continui il viaggio, accettando scelte che non vuoi più.
Attesa, e ti accorgi di stare tremando, estraniata anche da te, brividi freddi. Seduta sulla valigia guardi avanti, non guardi niente, perdi il confine tra le cose. T'immagini accuciata a terra, tra le mani cocci di te cullati in una nenia triste.
Ambienti asettici, aria finta, nonluoghi in cui non essere, in cui lasciarsi scivolare, abbandonando un po' di sé lungo la strada.

Finalmente il vento sul viso, realizzi che non riesci più a piangere. Non hai più lacrime, finite, e insieme a loro hai estromesso da te anche note, colori, affetti. Svuotata, non senti più nulla.
E di nuovo è Parigi, ma sembra un'altra città. Camminare per strade che ormai sono familiari, sai dove sei, ti sai muovere con scioltezza ormai. Ma tu non stai vivendo, e ti scorre intorno inerte. Nessun battito, nessun respiro caldo dentro di me, nessun pensiero, nè bello nè brutto. Potresti quasi chiederti se esisti davvero...
Riesci a ricordarti come si fa un sorriso solo nell'abbraccio di una persona cara o nella voce di un'amica che canta musiche del suo paese con la pioggia dietro a scivolare sul vetro.

Luci fioche, ti guardi riflessa in uno specchio in cui vedi immagini che non vuoi ricordare, non ora. Le mani si fermano, in una sospensione rigida in cui non riesci a respirare. Piangi ancora, sola.

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