mercoledì 11 giugno 2008

incrocidiventi

Quanto fanno bene certi sorrisi.
Ti ci specchi dentro, e magari se fuori è appena spuntato il sole nonostante sia già sera finalmente anche il viso può distendersi, tornare ad occhi limpidi che non vedeva da tempo, respiri lenti, finalmente aria ad entrare senza freni, mondo non visto più solo come un qualcosa da cui doversi guardare, a cui non concedersi per non rischiare di crollare in frammenti al primo pezzetto fuori posto, al primo sguardo tagliente o parola fredda.
Mondo che sembra voler chiedere tutto o niente, brilla o scompari, non ci sono vie di mezzo. E in fondo sono canoni che mi hanno plasmato fin troppo bene..
I passi rallentanto, tastano il suolo, gli occhi indugiano un po' più sulle cose, le imprimono in sè per poterle ricostruire nella distanza, gli odori cominciano ad avere sentore di fine. Forse perchè qui mi sono concessa tempo. Tempo di fidarmi, tempo di offrirmi e tempo di lasciare entrare, tempo di legarmi.
Sono venti strani quelli che ci portano a librarci nell'aria.
Venti che soffiano con forza portando con sè le geometrie perfette dei bianchi artici. Bonacce che scaldano l'aria, divenuta così pesante da appoggiarsi sull'erba tagliata d'estate tra giornate di quiete e immobilità assoluta. Libecci d'africa a sollevare sabbia ruvida che leviga cose e pensieri impercettibilmente, come sciarpa di seta passata su pietra così lungamente da smussarne ogni linea tagliente. Venti a portarci con sè, su, nell'aria più rarefatta dove i pensieri si perdono in giochi senza regole nè logiche, intrecci che seguono come unica via una bellezza di stare.
Resto così, in punta di piedi perchè il vento a passare non faccia alcuno sforzo a sollevarmi da terra. Sospesa. Cercando bagliori d'occhi prima di andarmene.

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