martedì 26 agosto 2008

macerie fertili

Scoprire di essere ricambiato dovrebbe davvero disilludere l'amante sul conto della creatura amata. "Come? Sarebbe dunque essa tanto modesta da amare perfino te? O tanto stupida? Oppure - oppure -".



Omaggi in musica ascoltando voci lontane, voci vicine che solcano il tempo per volarti a fianco.
Giorni che passano per ritrovarsi in buonGiorni sempre nuovi, limpidamente chiari, in cui sentirsi, scoprirsi e riscoprirsi ogni volta da capo, mai interamente noti, mai scontati, sempre noi, ogni volta nuovamente noi, nuovi noi.
Soffiar via abitudini e polvere per rinascere ad altra vita, ogni giorno rinascere senza rinnegare ciò che è stato, ciò che è passato.
Presenti, Passati, Futuri. Tempi inestricabili vincolati tra loro in nodi stretti.
Good Morning.

Temporali violenti scuotono la terra, lambiscono ogni cosa e tutto si ritrova sbalzato via, vorticante in aria, in equilibrio dinamico come vita.
Vortici senza ordine nè logica per scordarsi di essere statici, per scordare i propri limiti e tenere gli occhi aperti.
Macerie per rinascere ad altra vita.

Misticanza sonica, ed è succo acerbo di densi silenzi che tornano alla vita.
Mi sogni alle finestre della mia casa, vicinanza fatta di braccia a toccarsi, nessun altro contatto.
Crollano le case, la città viene giù, e noi a guardar fuori farsi cenere e macerie. Crollano le case e cadono i fili su cui ci tendiamo a camminare in equilibrio fasullo, profeti folli dalle parole inutili.
Cadono i fili e ora è la terra ad accogliere i passi, macerie fertili su cui rinascere.
Silenzio vivo. Silenzio per respirarci.

Era quiete immobile la mia, stasi di quella vita che deve essere immobile per gettarsi nel vuoto e librare nell'aria. Gettarsi a capofitto nel Mondo.
I temporali svegliano di colpo, le palpebre sbattono ad ogni tuono e i lampi schiariscono irregolari i pensieri, decisioni già da sempre lì ma nascoste alla vista.

Non è irrequietezza sotto pelle, non è fuga.
E anche se col primo freddo sarò di nuovo in viaggio, prenderò il volo sfruttando le correnti che come scie seguono il temporale e viaggiano veloci, sospese in alto giusto sotto la volta del cielo, in realtà non sto partendo.
Grumi dolci a fondo petto, scuri come terra bruna, dicono di restare, chiedono cura, negati dallo spazio e dal tempo che ghignano come sorriso di fredda luna.
Tenuti stretti, portati dentro come linfa che scorre nelle vene e si spande e mi scalda, sono il mio antidoto al gelo dell'inverno imminente, manterranno sciolti i miei pensieri e fluido il mio sangue.
Grumi dolci per mettersi a nudo e sentirsi vivi.

Non vi dovete accontentare di me.
Scordarsi di credere ai vecchi difetti per varcare limiti e solcare il tempo.
Non voglio qualcosa di meno e la cura ha bisogno di nutrimento.
Non voglio accontentarmi di me, non voglio che siate voi a farlo. Volarvi a fianco, ma per farlo devo conoscere le correnti.
Ci affido al vento per ritrovarci in aria, sospesi in alto, senza peso.
Il temporale passa, le macerie e la cenere sono fertili. Rinascere a nuova vita.

Un campanello al polso, argento leggero trafitto da un ago, che voglio guardarti senza fare rumore, arrivarti alle spalle e toccarti leggera.
Senza parole mi sentirai per contatto.

[F. Nietzsche, MartaSuiTubi]

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