mercoledì 6 agosto 2008

per terra, desiderando il cielo

Il blu violaceo sfuma. Memento. E smonto il passato un pezzo per volta.

Occhi bassi che chiedono di tornare bambini, per non dovere più essere cinici, per riuscire a incantarsi di nuovo.
Ma non è troppo distante, e intrecciamo fili e voci in discorsi antichi per tagli nuovi, a cercare sorrisi sul viso mentre giochiamo sull'erba.

Il blu violaceo sfuma mentre smonto il passato, un pezzo dopo l'altro.

Ma ne ho bisogno per andare avanti.
Ho bisogno di salutare la me bambina e il suo letto giallo, che ancora sono convinta sia stato dipinto mentre dormivo, in un pomeriggio come uno di questi, con le finestre aperte e la luce a entrare con forza.
E ora seduta sul legno, quasi accucciata, svito i perni, lo distruggo e le assi cadono a terra, spazio vuoto dove c'era il passato, solo aria a restare sospesa, silenzio.

E i passati vengono sempre a fare visita tutti in una volta, così da non capire più in quale delle tue tante vite sei.
Incrocio sguardi, sorrisi, intreccio abbracci. Altri li posso solo fuggire, stilettate in petto, profonde, che ancora sanno far male. Ritorno, e mi sento sbalzata fuori di me, nei miei mille passati, senza capire più chi sono, dove mi trovo, chi ho intorno a me. Mi fanno visita senza aver ricevuto invito, ed è strano sentire il mio nome su labbra che pensavo l'avessero scordato da un pezzo, voci ancora note, altre che non riesco a sopportare, fuggendole per non doverne sentire il timbro, per non dover rispondere.

Il Giardino vibra, onde elettroniche, voci amplificate, dijeereedoo, fari puntati sugli alberi in colori di plastica, mattoni antichi che accolgono luci e storie.
Sdraiata per terra, una collinetta che ospita un albero, toni blu, alcune foglie macchiate di porpora. La terra sotto e le mani afferrano l'erba cresciuta sul secco. Una voce continua a narrare, lenta, parla, racconta storie, s'intreccia ai suoni e alle luci.
Fuggo nel buio, nel cielo, non voglio pensare a tutti i miei passati.
Sento la terra e mi rifugio nel cielo.

Desiderare. De-Siderare. Aver nostalgia delle stelle.

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