sabato 18 ottobre 2008

i cocci di vetro riflettono il sole

Vento furioso, a trascinare le nuvole in colpi di spazzola, violenti a far male al cielo.
E sono cascate di foglie come goccie di pioggia che vengono giù, vorticano, crollano senza pudore. Scaglie di vetro dai colori tenui, trasparenti contro il sole pulsano a terra, di nuovo in tinte vive.

Sera, cielo terso d'inverno, col suolo segnato dai lampioni accesi a scivolare in una serpentina che guizza in curve morbide, lungo il fiume, in linee troppo lunghe per non potersi piegare. Azzurro velato d'acquerello a coprire le cose, cielo che si tinge di grigio a sporcare leggero i colori, lilla e poi giallo scuro, fino all'orizzonte pulito e liscio, arancio vivo e azzurro cupo.


A volte ci si avvelena a tempi lenti, senza accorgersene.
Entra in circolo, e poi credi di non meritarti niente di più.
E gli unici bagliori di luce sono quelli dei cocci di vetro calpestati a terra.

Mescolarsi alla polvere per convincersi di non valere nulla più.
Lettere immaginarie di cui ogni riga è una nuova stesura.
E alla fine le getterò tutte comunque.

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