lunedì 20 ottobre 2008

tra le palpebre

-Hai gli occhi chiusi.
Restò in silenzio. Il voltò si mosse appena, impercettibilmente.
-Perchè stai con gli occhi chiusi? Dormi?

Non sogno, non sto dormendo, so bene quali sono le mie finzioni. So le bugie che mi sono raccontata nel buio degli occhi, i miei pensieri inventati per rivestire le giornate di macchie colorate.
So aprire gli occhi, so riconoscere quando li ho chiusi. Sono bugie senza fine, per resistere all'aria che viene, non aprirli. E la luce è troppo forte, improvvisa, e allora resto immobile in mezzo alla strada, mi accuccio e chiudo gli occhi, sperando di evitare lo schianto.
Ho fatto tutto da sola. Ho costruito io i miei castelli di sabbia e poi ho fatto scorrere l'acqua salata nei fossati, a lisciare le pareti tonde delle torri fatte col secchiello. Ho camminato tra le mura, affondando nella sabbia ruvida ogni volta che arrivava l'acqua. E alla fine ho camminato sopra tutto, l'ho distrutto. Senza grazia, senza motivo, senza senso.
Gettarsi sabbia addosso, sopra, a seppellirsi un poco in più ogni giorno che passa per uccidere i pensieri belli non appena si presentano. Dico loro che non sono importanti, e così sono sicura che non sapranno tornare indietro, mi lasceranno in pace.
Mille tagli, imparando ad incidere la pelle di sbieco, di modo da far passare l'aria come taglio di carta fredda.
S'impara, s'impara tutto. Io sto perfezionando le maniere di ferire, sono diventata brava.
Mi canto da sola nenie tristi, cantilene per cullare i pensieri, ninnenanne per farmi dormire, chiudere gli occhi e chetare le voci.

-Dormi? Hai gli occhi chiusi.
-No, non dormo. Guardo le palpebre, cerco di colorare il mondo.

Per favore, fammi stare così ancora un poco...

Nessun commento: