giovedì 13 novembre 2008

bianco sgualcito

Questa città è senz'aria.
Non è che sia soffocante, semplicemente non ce n'è, è vuota, gli spazi non sono riempiti da nulla e anche il tempo è come sospeso. C'è un unico colore che si spande tra le cose, un vuoto che prende consistenza, grigio sporco, chiaro, strati di bianco sgualcito che si riversano per terra.
E' come una boccia di vetro, di quelle da capovolgere per far nevicare. Solo che si sono dimenticati i pezzettini bianchi e rimaniamo noi in apnea, fingendo di nuotare con costumi colorati.
Ho inghiottito troppa acqua, non ricordo più come si fa a parlare.
Parole atrofizzate in gola, ho dimenticato tutto, e anche le storie sono finite, non c'è più da raccontare.
Non c'è nulla da cui partire, e forse anch'io sono diventata il cielo di questa città, distesa senza segni fino alla fine del mondo, immoto, senza pensieri. Cielo che a volte si condensa e cade a terra, raso al suolo in un respiro bianco opaco, spuma d'acqua sospesa sul verde dell'erba, mare calmo che oscilla lento tra un bastione e l'altro, scogliere fatte di mattoni rossi.
Divento nebbia, ogni giorno un poco in più, nascondendo il mondo senza crearne un altro che ne prenda il posto. Soffi d'aria, sbuffi che si disperdono senza peso nè colore, dissolti nel tempo di un respiro.
Dimentico. E divento nebbia.
Mi giro intorno a braccia aperte ed aria fredda. Il mondo finisce qui, nel cerchio tracciato dalle dita.

Nessun commento: