Il Gran Kan contempla un impero ricoperto di città che pesano sulla terra e sugli uomini, stipato di ricchezze e d’ingorghi, stracarico d’ornamenti e d’incombenze, complicato di meccanismi e di gerarchie, gonfio, teso, greve. - È il suo stesso peso che sta schiacciando l’impero -, pensa Kublai, e nei suoi sogni ora appaiono città leggere come aquiloni, città traforate come pizzi, città trasparenti come zanzariere, città nervatura di foglia, città linea della mano, città filigrana da vedere attraverso il loro opaco e fittizio spessore. - Ti racconterò cosa ho sognato stanotte, - dice a Marco. In mezzo a una terra piatta e gialla, cosparsa di meteoriti e massi erratici, vedevo di lontano elevarsi le guglie d’una città dai pinnacoli sottili, fatti in modo che la Luna nel suo viaggio possa posarsi ora sull’uno ora sull’altro, o dondolare appesa ai cavi delle gru. E Polo: - La città che hai sognato è Lalage. Questi inviti alla sosta nel cielo notturno i suoi abitanti disposero perché la Luna conceda a ogni cosa nella città di crescere e ricrescere senza fine. - C’è qualcosa che tu non sai, - aggiunse il Kan. Riconoscente la Luna ha dato alla città di Lalage un privilegio più raro: crescere in leggerezza. (I. Calvino)
Per ogni mondo elevato occorre esservi allevati … l'andamento e il corso ardito, lieve e delicato dei suoi pensieri, l'intima disponibilità a grandi responsabilità, la nobiltà di uno sguardo imperioso, di uno sguardo dall'alto, la cortese protezione e difesa di ciò che è stato disconosciuto e calunniato, sia esso Dio o il diavolo, il piacere e l'esercizio della grande giustizia, l'arte del comando, la vastità del volere, la lentezza di uno sguardo che di rado ammira, di rado si affisa in alto, di rado ama. (F. Nietzsche)
Disperdere i sensi... e ancora sentire. (M. Cerri)
no oil - sous le beton la terre fertile
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S. Zavrel - M. Cerri - H. Rousseau - J-M. Folon - mine - S. Vincendeau - ? - H. Cartier-Bresson - mine - M. Cerri - ?
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