martedì 26 maggio 2009

senza rumore

L'inchiostro sta per finire, la pagina anche, e avrei preferito l'incertezza di linee appena intraviste per guardarmi stanotte. Invece devo cercare spazio tra questi segni ingombranti, troppo pesanti.

Mi spoglio davanti allo specchio che punta la porta, il letto appena di sbieco compare solo a prestarci attenzione, intenzione.
Certe cose vanno cercate.
E altre volte le luci vanno spente per non vedere.

Mi punto le luci addosso, impietose, e da sola mi fascio di luce troppo forte, diretta, a sbiancare la pelle.
No, non sono io quella.
E' sempre così.
La mia immagine, quella che sono convinta di mostrare al mondo, non è quella che la parete lucida mi rimanda dal fondo della stanza.
No, non sono così. Non sono così.

Lenti gli occhi, le mani a tentare di modellare e piegare, come potessi essere un pezzo di creta facile da plasmare con una pressione del palmo.

Resto accucciata sul letto per un po', accesa è rimasta solo la lampada di sale sul tavolino basso di legno.
Intorno ho solo aria, e la mia pelle non si riesce a scaldare.
Senza altri contatti mi sembra di esistere un po' meno.

Da piccola ho deciso di imparare a camminare senza fare rumore...

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