Agosto è finito, e mi mancherà il suono dei bracciali d'argento sui polsi mentre torno verso casa, lì a tintinnare ad ogni ammaccatura della strada. La catena della bicicletta picchia in qualche punto, ma è chiusa e non riesco a metterci mano per aggiustarla; non ho nemmeno tempo per portarla da qualcuno, e l'ultimo vecchietto che ne conosceva la meccanica ha chiuso bottega. No bici mia, tranquilla, non ti porto più da gente che non sa trattarti; ti meriti dita d'oro. Facciamo un bel suono insieme, io coi miei bracciali d'argento russo e la catena a mettere il ritmo; concertino a percussioni per argento, acciaio e ferro. E passiamo veloci tra i sonni altrui, tra le strade vuote e l'aria umida mentre torniamo a casa.
Il cielo è sempre più chiaro, vorrei sprofondare tra lenzuola blu senza sogni, un unico e profondo sonno senza pensieri. E che domani fosse nuovo. Dovrei dormire a testa in giù per potermi addormentare guardando la luna... Luna bianca per sogni tondi e senza peso. Tic, tac, tic, tac... passi sui ciottoli che giocano con loro stessi. Ogni tanto mi reinvento.
Il Gran Kan contempla un impero ricoperto di città che pesano sulla terra e sugli uomini, stipato di ricchezze e d’ingorghi, stracarico d’ornamenti e d’incombenze, complicato di meccanismi e di gerarchie, gonfio, teso, greve. - È il suo stesso peso che sta schiacciando l’impero -, pensa Kublai, e nei suoi sogni ora appaiono città leggere come aquiloni, città traforate come pizzi, città trasparenti come zanzariere, città nervatura di foglia, città linea della mano, città filigrana da vedere attraverso il loro opaco e fittizio spessore. - Ti racconterò cosa ho sognato stanotte, - dice a Marco. In mezzo a una terra piatta e gialla, cosparsa di meteoriti e massi erratici, vedevo di lontano elevarsi le guglie d’una città dai pinnacoli sottili, fatti in modo che la Luna nel suo viaggio possa posarsi ora sull’uno ora sull’altro, o dondolare appesa ai cavi delle gru. E Polo: - La città che hai sognato è Lalage. Questi inviti alla sosta nel cielo notturno i suoi abitanti disposero perché la Luna conceda a ogni cosa nella città di crescere e ricrescere senza fine. - C’è qualcosa che tu non sai, - aggiunse il Kan. Riconoscente la Luna ha dato alla città di Lalage un privilegio più raro: crescere in leggerezza. (I. Calvino)
Per ogni mondo elevato occorre esservi allevati … l'andamento e il corso ardito, lieve e delicato dei suoi pensieri, l'intima disponibilità a grandi responsabilità, la nobiltà di uno sguardo imperioso, di uno sguardo dall'alto, la cortese protezione e difesa di ciò che è stato disconosciuto e calunniato, sia esso Dio o il diavolo, il piacere e l'esercizio della grande giustizia, l'arte del comando, la vastità del volere, la lentezza di uno sguardo che di rado ammira, di rado si affisa in alto, di rado ama. (F. Nietzsche)
Disperdere i sensi... e ancora sentire. (M. Cerri)
no oil - sous le beton la terre fertile
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S. Zavrel - M. Cerri - H. Rousseau - J-M. Folon - mine - S. Vincendeau - ? - H. Cartier-Bresson - mine - M. Cerri - ?
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