martedì 29 dicembre 2009

bianchi, neri e venature in mezzo alla neve

In fondo sogno più di giorno che di notte, mi permetto fantasie
che di notte uccido senza troppe cerimonie.
Nessun fiore bianco, bare vuote di cose mai state.
Mi trovo a sognare volti e corpi
con cui non ho condiviso che un arco di ore,
in un buio inquinato di suoni che assolve tutti.
Potrei davvero annegare nel primo sorriso che mi venisse rivolto...
I sogni riportano alla realtà, contrastano bianchi e neri,
un gesto mai stato diventa mano ad allontanare.

Di questi tempi i sogni sono più concreti del giorno:
non accettano compromessi
e non si fanno abbindolare da una carezza.
Però poi è difficile vivere alla luce
senza potere più immaginare nulla.

Bel lavoro, grazie sogni miei, grazie censore interno!

Eppure forse dovrei ringraziarli davvero.
Mi impediscono che a stupirmi siano cocci di vetro e monete false.


i semi si piantano, e crescono fino a fiorire e morire
nutrire poi di bacche bianche bianchi uccelli che saltellano intorno

diventano filigrane e venature in mezzo alla neve
e poi tutto ricomincia di nuovo



Rannicchiata potrei essere racchiusa intera
tra due braccia e un torace.
Non occupo molto spazio in fondo.

forse anche meno di quanto me ne occorrerebbe

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quanta dolcezza