martedì 5 gennaio 2010

fiori riflessi d'acqua

Tutto sarebbe potuto cominciare da un pruno in fiore in Rue du Grenier sur l'Eau, a fine dicembre.
Spruzzi di rosa uccisi da un cielo incombente neve decoravano una chiesa dai gradoni quadrati, a salire storti poggiati uno sull'altro.
Sarebbe potuto iniziare in quei fiori di leggerezza, nei muri neri dei palazzi intorno, pietre scure per giardini rampicanti e porticati interni.
Poteva tutto iniziare e finire lì, o forse nelle arcate di Notre Dame, che vista da dietro è sempre più bella. Sollevata per un momento da se stessa si ricorda di puntare al cielo nel riflesso a testa in giù dell'acqua.
Inizi e fini.
E talvolta si muore in un sorriso, pronunciato quasi per caso.
Il viso si dispiega, e fa rumore d'acqua.

I posti ritornano negli odori, e un fazzoletto di stoffa tra il lenzuolo e il cuscino mi porta ad addormentarmi altrove, coi fiori piccoli intorno, come caduti.
Intorno sono i monti, alberi viola a ricoprire la Lessinia come una nuvola corposa, mentre le nuvole si muovono sull'altezza degli occhi e rubano loro acqua per annaffiare i prati.
Rami arancioni sfumano e interrompono il viola, partitura brulla d'inizio anno.
La terra scura mette i silenzi, le nuvole gli intermezzi.
Maglia di cotone e sopra lana aperta, seduta sul camino al finire della legna.
Ora so di bruciato e cenere.

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