venerdì 11 luglio 2008

riTagli

Testa che risuona sorda, colpi fondi, cupi, senza eco.
Trattengo tutti i pensieri tra le pieghe sulla fronte, bloccati per non farli arrivare a occhi e labbra, tenuti dentro per farsi più male, colpirsi un po' più a fondo.

Lo sapevo. Sì, lo sapevo. Ignoravo la cosa. Facevo finta di nulla mentre mi parlavo da sola.
Non ho nome. Non ho sguardo nè voce. A volte so di essere solo un'idea.
Peraltro mia.

Non cerco risposte. Che so le cercherei nel luogo sbagliato, da chi non posso trovarle. E in fondo il problema resto io con i miei nodi irrisolti, nodi che mi diverto a stringere, gatto a nove code fatto di parole.

Chiudo, ho chiuso tutto, me per prima.
Le vergini s'impiccavano per suicidio, stringevano il collo con un laccio per chiudere il corpo, chiudersi al mondo, uscirne.
Moderna e più invisibile uccisione, i muscoli stessi diventano corda a chiudere i polmoni.
Non voglio sentire, mi chiudo al mondo, chiudo il mondo a me, lascio fuori l'aria e mi tolgo la capacità di respirare.
Chiudo, ho chiuso tutto, me per prima.

Mi rigiro su me stessa senza mai toccarmi, aria ferma, resto immobile fuori da me.
Parole inutili, giocate in tutta la loro forza per affondare, dritto alle vene, trovate con precisione, al primo colpo.

Farsa. Favola della buonanotte che mi racconto a volte perchè i sogni siano più leggeri e la smettano di rincorrermi ad ogni buio per inchiodarmi al muro, per tutte le volte che col sole non sono riuscita a farlo per bene.
Vivo altri presenti, se avessi scelto altra vita e non questa. Mondo distorto che prende vita e s'impossessa di me, del mio corpo.
Sono scene sfocate, corpi a collassare uno sull'altro, scontri in cui non sopravvive nessuno.
Violenza di contatti per riuscire finalmente a sentire qualcosa, bramare in quella violenza l'energia che hai usato per venirmi addosso.

Giudice, accusato e boia insieme, i chiodi penetrano bene a fondo.

Sentirsi usati, stracci usati, scampoli, ritagli a respirare polvere e pioggia inquinata.
Vivere di ritagli di tempo, comprati al mercato nel cesto degli scampoli. Ogni toppa un pensiero, per abiti da vendere al miglior offerente.
Ritaglio lacero.
Forse prima o poi riuscirò a volermi abbastanza bene da non esserlo.

Nessun commento: