lunedì 11 agosto 2008

le fate danzano, ma non concedono invito

Niente stelle per S. Lorenzo. Mi avrebbero resa triste.
Non avremmo trovato cielo pulito, senza inquinamento di luci, sarebbe stato un nero sporco, le stelle a lottare coi nostri rumori.
La luna sta crescendo, tra pochi giorni sarà piena.
Anche lei copre le stelle, e per una volta spero siano nuvole.

Vorrei luna nuova, luna nuova per far respirare il cielo, che la luna piena è sempre implacabile su di me, non mi concede tregua.
Le fate sogghignano perfide danzando intorno al biancospino mentre i faggi ospitano le streghe in raduno, e io, in pieno maleficio, rispondo alle loro nenie e ai loro inganni, entrando nel cerchio per intrecciare i miei passi ai loro.
Solo invitati si può venire, e io resto così a guardarmi da fuori, chiudendomi a doppia mandata perchè neanch'io riesca a varcar la mia soglia.

Nessun desiderio, che tanto le stelle già li conoscono, glieli canto ogni notte tornando a casa perchè poi vengano soffiati dentro al mio sonno e nei miei respiri continuino a vivere, fiammelle leggere che chiedono aria.
Mi sveglio con un sorriso appoggiato sul corpo, occhi che sanno di carezza chiara, mani che ancora indugiano lente, ricolme di cura.

La notte inizia a disfarsi, brandelli che restano e lasciano tracce nel giorno fatto, pulsando asincroni per non farsi scordare.
Il giorno segue, il mondo pure.
Io continuo a vivere di quei tocchi, che mi si sono attaccati addosso, che continuano a battere lenti, senza tempo, che mi legano stretta con nodi d'etere.

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