Niente stelle per S. Lorenzo. Mi avrebbero resa triste.
Non avremmo trovato cielo pulito, senza inquinamento di luci, sarebbe stato un nero sporco, le stelle a lottare coi nostri rumori.
La luna sta crescendo, tra pochi giorni sarà piena.
Anche lei copre le stelle, e per una volta spero siano nuvole.
Vorrei luna nuova, luna nuova per far respirare il cielo, che la luna piena è sempre implacabile su di me, non mi concede tregua.
Le fate sogghignano perfide danzando intorno al biancospino mentre i faggi ospitano le streghe in raduno, e io, in pieno maleficio, rispondo alle loro nenie e ai loro inganni, entrando nel cerchio per intrecciare i miei passi ai loro.
Solo invitati si può venire, e io resto così a guardarmi da fuori, chiudendomi a doppia mandata perchè neanch'io riesca a varcar la mia soglia.
Nessun desiderio, che tanto le stelle già li conoscono, glieli canto ogni notte tornando a casa perchè poi vengano soffiati dentro al mio sonno e nei miei respiri continuino a vivere, fiammelle leggere che chiedono aria.
Mi sveglio con un sorriso appoggiato sul corpo, occhi che sanno di carezza chiara, mani che ancora indugiano lente, ricolme di cura.
La notte inizia a disfarsi, brandelli che restano e lasciano tracce nel giorno fatto, pulsando asincroni per non farsi scordare.
Il giorno segue, il mondo pure.
Io continuo a vivere di quei tocchi, che mi si sono attaccati addosso, che continuano a battere lenti, senza tempo, che mi legano stretta con nodi d'etere.
Il giorno segue, il mondo pure.
Io continuo a vivere di quei tocchi, che mi si sono attaccati addosso, che continuano a battere lenti, senza tempo, che mi legano stretta con nodi d'etere.
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