venerdì 15 agosto 2008

temporale opaco

Veli sospesi, uno sull'altro, a scivolare in contatto minimo, fruscio d'aria a cambiare il cielo.
Pioggia per ferragosto, a scrosci, grani in caduta sopra i grappoli bianchi dello stefanotis, arrampicato sui fili, avvinghiato immobile.
Asfalto come fiume in piena, odore tiepido che entra dalle finestre aperte, umido.
Pioggia e note a suonare, reazioni chimiche che esplodono sotto vetro. Piccole dosi, osservate dall'alto, galassie esplose in espansioni controllate, tracciate in sensi d'attesa.
Luce gialla sul filo dei tetti, a mischiarsi col grigio colmo di pioggia.

Acqua che cade e temporale compresso dentro, a picchiare contro la pelle, tessuti e fibre che assorbono i colpi, senza cura, senza limiti.
Corpo liquido.
Torture acide che lasciano a respiri rotti, occhi chiusi.
E non so prendermi cura di me, mani inutili che non sanno fare, non vogliono imparare.

Immagine sfocata che non crede a se stessa
come puoi darti se non ti appartieni?

Persone lontane che non so toccare, non riesco a raggiungere.
E i lampi non cicatrizzano, sanno solo rompere l'aria, ferire ancora.
Troppo lontani, troppo lontana io per un abbraccio, che le parole non bastano.
Dolcezza a fondersi nel temporale in arrivo, gocce d'acqua che cadono e si schiantano a terra.

2 commenti:

nocciolina ha detto...

...i tuoi post sempre più belli...sarà che con la vicinanza finalmente li capisco!
o sarà la mia condizione un po' più simile alla tua?

plenilunjo ha detto...

la città suona e io vorrei la pioggia..
un temporale a cullare i pensieri.