venerdì 3 ottobre 2008

conchiglie mute sulla sabbia

Ritrovo naturalezza nel lasciare tutto quanto per me, senza sapere se avrò poi voglia di cercarne un senso, ricopiare in bella su fogli bianchi, schermi finti in cui giocare con sé per illusioni dolci.

Si muore lentamente, un poco per volta.
E ritrovo la voglia di scrivere ora che sono partita di nuovo, ho altre nuvole nel cielo e colori diversi nelle vie, suoni e profumi che non so riconoscere.

Malinconia a cui cerco di non pensare. Per le parole che non usciranno da me, per il laccio viola che chiude le pagine, un anno racchiuso in un centimetro di spessore, io poco più che questo.
O forse è solo ciò che ne esce quando smetto di raccontare le istantanee raccolte nel viaggio, che tenute solo per me hanno poco senso.
Inutilità di raccogliere storie senza riuscirle a raccontare.

Toni di voce incerti, che non sai quanto puoi sbilanciarti, lasciar andare il tuo vissuto, lasciarti rivivere in altri occhi.
E non essere intesi, e vederli andar via, per imparare a censurarsi di nuovo, capire che non c'era spazio.
Pensieri che non volevo ascoltare, parole che non possono essere dette. Non più, forse mai ancora, per ritornare soli senza mai essere partiti.


..mancano occhi in cui sorridere

e in fondo a tutto continuo a sentirmi sbagliata..

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