giovedì 2 ottobre 2008

trattenere colori

Rendersi conto di aver ricominciato a pensarmi sola...

Non è gioia ma le tinte non sono nemmeno nei toni del grigio.
Sono solo colori un po' più spenti, quel gioire solo per sé che non riesce mai a vibrare fino in fondo.

E' sopravvivenza. Non ci si possono continuare a conficcare spilli in cuore.
Aver bisogno di un sorriso tenue per non sentirsi inutili, tristemente fuori posto.
Io a colori sbiaditi, che nello slancio avevo messo quanto di più bello potessi regalare.
E sulla pelle resta polvere.

Mi ritrovo e sento sola a guardare la pioggia che suona sul fiume, gli alberi ancora con le chiome piene che feroci si slanciano sull'acqua, gli argini invasi dai salici chiari che si intrecciano sul fondo scuro.
E ritornare poi la sera, senza più pesi addosso, sotto il cielo ormai cupo ma di azzurro e nuvole sfilacciate, le ultime luci a brillare sull'acqua. Fermarsi sul ponte a sorridere al fiume.

Sorrisi solo per me, senza pensare di poterli raccontare, che il silenzio non è un buon amico a cui dire le cose.
Colleziono colori e suoni tra le mie istantanee, per poterle recuperare nelle giornate d'inverno.
Avrò chiome d'oro lungo la metropolitana all'aperto di Berlino, i suoi muri cotto scuro.
Collezionate e non narrate, restano silenziose, quiete immobile.

Non è tristezza, non del tutto.
E' solo capire che devo trattenere i miei colori.
Sperando di non doverlo fare troppo a lungo. Sperando di non dimenticarli nel frattempo.
Forse è per questo che li scrivo...
Non voglio parole di circostanza.
I propri colori raccontati e non accolti perdono luce, invecchiano di colpo.
Meglio il silenzio allora, non capendo se sono stata io a volerlo...

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