mercoledì 1 ottobre 2008

voli senza logica

Mi controllo in ogni gesto e la tensione è sputata fuori con ogni parola, inutilmente malcelata.
Io come corda pizzicata da ogni goccia che cade dal cielo, suono stridulo di metalli che s'incidono di sbieco.
Le mie parole hanno il gusto dell'argento vecchio, ossidate di scuro non appena toccano l'aria.

Sentenze e intermezzi mentre l'ego si erge sovrano, convinto di potere tutto, di poter decidere di ogni mio destino.
Gabbie dorate in cui il mondo non conta nulla, esercizio di giochi infiniti di parole, perfezionato sempre più per stringere meglio.

Non voler gioire del mondo, e scorrere le strade chiudendo gli occhi, anche se il muro sanguina rubino e le foglie gialle cadono in voli senza logica, luci e colori che rimbalzano in sfarfallii di silenzio felicemente ingenuo. Ignorare gli alberi che danzano e creano un sottobosco all'ombra dei treni sulla sopraelevata di mattoni e ferro, ignorare i muri cotti dal sole, rosso bruciato di stelle a otto punte. Passar veloci, e non guardare le coperte vinaccia scuro gettate sulle panche di legno denso, i divanetti in vimini e cuscini bianchi sulla riva del fiume tra i lampioni gialli specchiati sull'acqua. E le candele circondate dalla carta bianca, a piegarsi e flettersi in rughe improvvisate, linee e tagli tra fiamme e vento.
La metropolitana corre lenta in superficie, rumore basso, un vibrare corporeo che risuona nei pensieri, lentamente calmi, battito del cuore in ferro e pietre

E mi sorprendo a pensare a me, a quel mio incessante farmi male nel cercare di convincermi del mio silenzio triste. Quel dirmi hai visto? non valevi la pena, che credevi?
Come un mantra recito i miei nomi. Ricordo luoghi e visi, traccio nell'aria linee e forme con le mani.
Bianco inerte di cui non so che fare.


e troppo spesso parlo sola...

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