venerdì 12 dicembre 2008

zucchero bruciato

Credo fosse il tuo modo per augurarmi la buona notte, per cullarmi...



Non eravamo mai nel silenzio, la musica ci accompagnava in tutto, ma il tuo mondo era a spigoli e cocci di vetro, nei tuoi suoni acidi e duri io mi tagliavo sempre.
Te lo ricordi quel giorno in spiaggia, a parlar di bombe?
Io e la mia bolla di sapone che mi avvolge, che mi sono sognata intorno per non vedere il mondo così com'è, che quando succede che la sua superficie d'aria si apra o tagli mi fa troppo male. Ho bisogno dei suoi riflessi un po' cangianti per non vedere la durezza di fondo delle cose...
I gridi acidi che suonavano la mattina mi facevano male.
Ma la notte mi cullavi con loro, anche se mi svegliavo e mentre tu continuavi a dormire io non riuscivo più a riaddormentarmi in quelle distorsioni melodiche.
Distorsioni melodiche... ma era la musica o eravamo noi?
Ancora non riesco ad ascoltarli fino in fondo, sono una coperta di lana ruvida che non mi lascia sognare tranquilla. Sono una ninnananna di succhi acerbi e un fondo dolce di zucchero bruciato.
Ma questa non ti è legata, ed è una nuova nenia per quest'inverno.
Te la lascio, per quando passerai...

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