Credo fosse il tuo modo per augurarmi la buona notte, per cullarmi...
Non eravamo mai nel silenzio, la musica ci accompagnava in tutto, ma il tuo mondo era a spigoli e cocci di vetro, nei tuoi suoni acidi e duri io mi tagliavo sempre.
Te lo ricordi quel giorno in spiaggia, a parlar di bombe?
Io e la mia bolla di sapone che mi avvolge, che mi sono sognata intorno per non vedere il mondo così com'è, che quando succede che la sua superficie d'aria si apra o tagli mi fa troppo male. Ho bisogno dei suoi riflessi un po' cangianti per non vedere la durezza di fondo delle cose...
I gridi acidi che suonavano la mattina mi facevano male.
Ma la notte mi cullavi con loro, anche se mi svegliavo e mentre tu continuavi a dormire io non riuscivo più a riaddormentarmi in quelle distorsioni melodiche.
Distorsioni melodiche... ma era la musica o eravamo noi?
Ancora non riesco ad ascoltarli fino in fondo, sono una coperta di lana ruvida che non mi lascia sognare tranquilla. Sono una ninnananna di succhi acerbi e un fondo dolce di zucchero bruciato.
Ma questa non ti è legata, ed è una nuova nenia per quest'inverno.
Te la lascio, per quando passerai...
venerdì 12 dicembre 2008
zucchero bruciato
traccia di
plenilunjo
alle
00:32
Etichette: memento, misticanzasonica, pensieri
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