mercoledì 15 luglio 2009

odore-di-vento

Il sole batte sul balcone e le palme si scuotono forte. I gabbiani sono lì a ferire il cielo di continuo, a impedire all'estate di essere silenziosa, di incedere al ritmo d'altalena delle voci dei grilli, un andare e venire quasi ipnotico.

Musica per cadere addormentati.
I miei sogni stanno disimparando a essere inclementi.
Non mi lasciano col sorriso al risveglio e ancora mi inseguono a passo serrato tra vicoli in ombra. Ma non fanno più male, o non così tanto. L'ombra è del sole che manca.
L'aria è velata, ma le lenzuola stese tra i balconi di un passage per un attimo bevono azzurro e fanno scomparire il cielo. Stanotte me lo restituiranno, che il sole le ha cotte e il vento ha giocato con gli sbuffi di cotone come stesse ridendo di una girandola che non finisce più di girare.
Stanotte vorrei sogni dall'odore di vento.

Vorrei poter salutare i miei fantasmi con voce amica, senza rimproverarmi nulla, senza aver bisogno di chiedere nulla.
Giusto un sorriso a dire siete i benvenuti, per voi non ho occhi tristi.
Aprire il cassetto di legno pesante, raccogliere in mano le fruste e riporle con cura, adagiate a morire nel buio del legno. E con loro metter via parole tristi ricamate su foglietti di carta, dispersi in giro come foglie secche. Grandi meno di un palmo, potrei seguirne le linee stropicciate per piegarli in origami.

Respiro, quasi fino in fondo.
C'è ancora un grumo di polvere a sporcare l'aria; giù, quasi sotto lo sterno, al suo limite. Ma alla fine l'aria entra, e io so farle spazio.

Voglia di uscire, col cielo azzurro fuori e la magnolia che gioca con le ombre cinesi sui muri gialli della mia stanza, filtrando il giorno.
Voglia di gettarmi su un prato ad annusare l'erba, sentire tra le dita l'umido e il bagnato, la rugosità di grana delle foglie, la carnosità fragile dei fiori che sviene col calore di un tocco.
Notte e stelle, per passeggiare nel buio e fermarmi ad ogni siepe di gelsomino, e coglierne uno e infilarlo tra i capelli. E uno, e uno... E uno ancora da tenere in mano.
Ti ho salutato, luna, quando sei stata piena. Sono venuta a trovarti, camminando per le strade di casa, che da qui i tuoi raggi non mi possono toccare.
Non posso mancare, lo sai, e sia pure per un attimo ti guardo il viso. Quando non riesco a venire da te mi sembra di stare tradendo un amante.

Gli amanti vanno tenuti al limite del desiderio, ma poi va varcato.

E nonostante tutto il petto fa un tonfo sordo, come fosse compresso.
Le lenzuola stese col loro odore di vento, i gelsomini e le bouganville, la notte e le ombre cinesi che mimano nella mia stanza luminarie in festa appese a pergole ricoperte di foglie.
Bisogno di lasciarsi commuovere dalle cose...
e tutto resta compresso, lì senza potersi dire.
Ossimoro acido come i silenzi che frastagliano i miei colori. Miei perchè me ne sono impossessata, li ho collezionati uno per uno.
Ma scordo le parole da raccontare, che senza più modo di intesserle dimentico che una volta c'era una storia.

Ecco, se i miei sogni stanotte volessero cucirmisi addosso dovrebbero filare un prato e poi fissarlo al telaio per ricamarvi sopra margherite dai petali bianchi, come fossero nuvola, oppure un respiro.
Mi ci distenderei in mezzo, a guardare il cielo tra i coni d'ombra delle dita a schermare il sole.
Un campo di margherite per rotolarmici aggrappata a un paio d'occhi, e l'erba morbida e i fiori a solleticare la pelle come una carezza sui capelli, la stessa delicatezza e cura.
Alla forza ci penso io, tu non ti preoccupare prato. Almeno gli occhi spero sapranno ricordarla, come il respiro.
Sai che puoi fare, sogno, per concludere l'opera?
Fai in modo che esca da te senza rimpianti, fammi entrare nel mattino con un respiro leggero. Lasciami una sensazione d'abbraccio anche quando mi sarò svegliata.
E' triste entrare nel giorno da soli...

buonaNotte, e poi buonGiorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dolcissima, melanconica, profumata e innamorata...non riesco a smettere di leggere e ri-leggere questo ultimo post...non voglio smettere di leggerti bestiolina.
ti voglio bene. Lo senti vero?

plenilunjo ha detto...

occhi umidi che non sanno sopportare di ricevere parole belle, e si schermano per non prestare loro fede..
sì, lo so, lo sento... e so che anche tu sai quanto mi sei cara.