domenica 2 agosto 2009

tra i fili d'erba

Farfalle appollaiate sui fiori di lavanda, bianco leggero assolutamente fragile che sussulta e trema mentre il vento oscilla come un respiro eccitato.
Risate da mattino fresco con ancora la rugiada in bocca.

Intorno le montagne accolgono tonde la vallata, con i loro lastroni di roccia chiara venati di scuro, linee che stillano gocce di siero sulla linea d'orizzonte.
Alle spalle un giardino muto di pietre e rami, senz'acqua che non piove da tanto; i sassi salgono in nuvole calde nell'aria d'intorno, vibrando lenti come un sogno appannato.

I grilli cuciono insieme le cose, come fossero una maglia, una trama leggera a trattenere e legare momenti e pensieri. Nulla si perde, e tutto è legato e tenuto sospeso a un filo leggero, briglia di seta che annoda ma non stringe, non ingabbia e arriva al cielo.

Sulla cenere chiara ancora pulsa un tocco di legno vivo, cuore sporcato di nero che dopo la notte continua a respirare fumo, bruciando lento dentro senza che si possano vedere fiamme o braci accese.
La cenere è impalpabile, una carezza morbida a insinuarsi tra dita e pensieri, con un soffio dispersa in aria.
Me ne vado anch'io, con una folata di vento.

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