venerdì 28 dicembre 2007
bianco di nebbia zucchero e farina
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giovedì 27 dicembre 2007
Dedalo e le Parche
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mercoledì 26 dicembre 2007
solamente stanca

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sabato 22 dicembre 2007
viaggio
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giovedì 6 dicembre 2007
pioggia grigia
Voglio un sonno pesante e senza sogni. E parole che mi scaldino.
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mercoledì 5 dicembre 2007
soggetto in disegno

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mercoledì 28 novembre 2007
désir cynique
L'Homme..
non être de besoins,
non être de raison,
mais être de désirs.
Anche se infine si ama solo il proprio desiderio,
e non quello che si è desiderato.
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domenica 18 novembre 2007
prendersi con dolcezza!


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sabato 17 novembre 2007
respiro
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lunedì 12 novembre 2007
rete di Indra
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giovedì 8 novembre 2007
sorrisi

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mercoledì 7 novembre 2007
ologrammi, fiori secchi e gusci in madreperla

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martedì 6 novembre 2007
Oz
Vivo ad Oz! Senza saperlo...
Me ne rendo conto quando, in una mattina di sole, camminando per la strada con gli occhi colpiti dalla luce del sole e dai colori intensi e caldi dell'autunno che avanza, foglie rosse a danzare per me, mi ritrovo davanti, ferme in attesa, due scarpette rosso sgargiante.
Una a fianco all'altra, distanti quel giusto da far presagire un salto verso l'alto, hanno da poco salutato Dorothy, mentre io rimango ferma all'uscita del parco, riconoscendo il brillare dorato dei mattoni gialli che spuntano tra la sabbia del sentiero.
E mentre il mondo per un attimo si ferma, mi aspetto da un momento all'altro che le foglie più gialle dell'albero cadano per lasciarmi intravedere gli smeraldi.
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domenica 4 novembre 2007
mani
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lunedì 29 ottobre 2007
terra fertile
Lì compressa e negata, esclusa dal contatto con acqua e aria, invisibile al cielo e al sole.
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martedì 23 ottobre 2007
caramelle nascoste
Mi sento una bambina con un tesoro nascosto sotto la giacca, una scatola di giochi o di caramelle, le braccia e le mani incrociate a tenerlo ben stretto.
E ad ogni passo sentirne la presenza mi costringe a scoppiare in sorrisi incontrollati, irrefrenabili!
Rido nascosta nella sciarpa, ma gli occhi mi tradiscono all'esterno, ridenti anch'essi, mentre cammino veloce per le strade con un segreto che m'illumina la giornata.
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domenica 21 ottobre 2007
sospesa in obliquo
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spirali a vuoto
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Guizzini e pesci rossi
In un angolo lontano del mare viveva una famiglia di pesciolini tutti rossi.
Solo uno era nero come una cozza. Nuotava più veloce degli altri.
Si chiamava Guizzino.
Un brutto giorno un grosso tonno, feroce e molto affamato, apparve tra le onde. In un solo boccone ingoiò tutti i pesciolini rossi.
Solo Guizzino riuscì a fuggire. Nuotò lontano. Era spaventato e si sentì solo e molto triste.
Ma il mare era pieno di sorprese e a poco a poco, nuotando fra una meraviglia e l’altra, Guizzino tornò ad essere felice.
Vide una medusa piena dei colori dell’arcobaleno; un’aragosta che si muoveva come una ruspa arrugginita; pesci misteriosi che sembravano tirati da fili invisibili; una foresta di alghe che crescevano da caramelle variopinte; un’anguilla così lunga che, a volte, si dimenticava la coda; e anemoni di mare che ondeggiavano come palme nel vento.
Ed ecco che nell’ombra degli scogli e delle alghe scoprì una famiglia di pesciolini rossi proprio come quelli del suo branco.
«Andiamo a nuotare nel sole e a vedere il mondo,» disse felice.
«Non si può,» risposero i pesciolini, «i grandi tonni ci mangerebbero».
«Ma non si può vivere così nella paura,» disse Guizzino «bisogna pur inventare qualcosa».
E Guizzino pensò, pensò a lungo. E improvvisamente disse: «Ho trovato: noi nuoteremo tutti insieme come il più grande pesce del mare».
E spiegò che dovevano nuotare tutti insieme vicini, ognuno al suo posto.
E quando ebbero imparato a nuotare vicini, disse: «Io sono l’occhio».
E nuotarono nel grande freddo del mattino e nel sole del mezzogiorno, ma uniti riuscirono a cacciare i grandi pesci cattivi.
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sabato 20 ottobre 2007
voci
Non posso fare a meno di trasformare i suoni che sento. Sono altri i timbri, altri i suoni, altri i luoghi. La tua voce che si acuisce nello slancio e quasi stona nell'impeto.
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ladri di biciclette e cucchiaini
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venerdì 19 ottobre 2007
sopra-suolo
La città bloccata, gli impegni saltano, ma è viva di gente che si muove sul suolo, all'aria aperta, e si respira vita e movimento.
Persone che sfrecciano per lo più su due o quattro ruote, tra biciclette, roller e monopattini, faccia tesa e contratta nello sforzo del movimento, smorfia di fatica ma occhi diretti e lucidi.
Rue S. Michel, verso Chatelet, centro nevralgico, punto centrale di snodo e confluenza.
Un ragazzo, un uomo di trent'anni, vestiti da giornata metropolitana, maglione di lana a trama grossa, verde scuro quasi marcio, viso scurito da una barba appena lì, sfatta, la testa afferrata dalle mani di un bambino biondo appollaiato sulle sue spalle, avvinghiato con gambe e braccia, ridente, a sfrecciare dall'alto della sua postazione, a bordo della sua cavalcatura che spinge un monopattino mentre scivola veloce tra la gente.
Intanto, i raggi del sole in declino sono riflessi dalla Senna, e i colori si scaldano.
Al semaforo, assisto alla conversazione tra due gonnellini a scacchi che si salutano, medesimo tessuto. Uno si complimenta con l'altro per la nuova plissettatura, molto elegante, ma questo non capisce e se ne va, geisha indispettita dalle parole di un barbuto e biondo scandinavo...
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martedì 16 ottobre 2007
viso di pietra
Guancia di pietra, il volto adagiato sulla mano, occhi bianchi e morti persi dentro al cielo uniforme e senza macchie, azzurro senza virgole.
Scalinata d'acqua affacciata su una piazza a spirale, grigio che a differenza di quello limpido della chiesa assorbe il sole, lo afferra e non lo restituisce.

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sabato 13 ottobre 2007
desideri in bottiglia
Messaggi in bottiglia che arriveranno a destinazione per essere rigettati nella risacca, dritti a sprofondare nal mare.
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domenica 7 ottobre 2007
amnesia di una stella mancante
Fuochi nell'aria e metallo rovente, fiamme blu.
Elettronica e piramidi in vetro, pannelli bianchi e luci pulsanti, organiche, in divenire.
Esseri metallici che pedalano tra acqua ed aria, galleggianti tra le luci.
Cinque piani di salottini al buio e in grazia decadente, luci a mezz'aria.
Piedi scalzi e chiese buie, luci blu ad attraversarle, voci sussurrate e senza fili.
Un sorriso di luna sopra al Sacre-Coeur.
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venerdì 5 ottobre 2007
specchi e miraggi di sabbia
spalle nude e capelli intorno al viso,
scendono ad accarezzare la schiena in onde senz'ordine,
piccolo segno di ribellione che capisco solo io.
Ci guardiamo.
Ti chiedo e non mi rispondi.
Cammino per strada, testa alta ma occhi stanchi,
seccati e intorpiditi dal vento.
Miraggio di fierezza,
miraggio di sabbia scaldata dal sole
che il primo specchio fa ripiombare di nuovo a terra,
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martedì 2 ottobre 2007
casa, pani-soli, e pensieri senza importanza
E salendo le scale di legno e vernice bordeaux mi ritrovo a casa.
Non le foto, non le immagini, non gli oggetti, ma odori e sapori ciò che la rendono più vicina, forse tra sensi e pensieri i più inconcreti, irriconducibili a ragione e parole, impossibili da spiegare nell'assenza, impossibili da descrivere se non facendo ricorso ad altri linguaggi, ad altri mondi ed esmisferi che non appartengono loro.
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giovedì 27 settembre 2007
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tende scostate nonostante il cielo azzurro quasi fosse giorno.
Ricaricarmi di luce bianca, assorbirne le energie,
la forza e la delicatezza assieme.
Inondata.
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domenica 23 settembre 2007
tempo infinito
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Paris
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sabato 22 settembre 2007
pages blanches
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giovedì 20 settembre 2007
parole per me
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martedì 18 settembre 2007
ultime immagini
Occhi verdi puntati di scuro, inondati dal sole.
Sorrisi. Aperti, felici, di augurio sincero, di affetto.
Odore di pioggia, le gocce d'acqua che si vedono quando la luce dei lampioni le attraversa.
Le mura, che chiudono la città, tinte d'arancio, nette contro il cielo scuro.
..inizia il viaggio..
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mercoledì 12 settembre 2007
contraddizioni
Non mi ricordo da dove viene, ogni tanto il mio cervello sputa fuori frasi e parole che rigurgita da chissà dove.
Oggi ho visto un servizio sul randagismo in un paese dell'Est, cani braccati senza pietà, collari rigidi stretti intorno al collo, sbattuti in gabbia mentre guaivano e si dimenavano, in un tentativo inutile di fuga. Gabbie metalliche, troppo strette, e in una di queste veniva infilato dall'alto un secondo cane, troppo stretta perchè potesse contenerne due, e uno era sopra all'altro, con le grida degli uomini a caccia che ne coprivano i gemiti.
Mi sono bloccata. Non riuscivo a guardare ma volevo sapere, corpo rigido e occhi fissi, immobili e impotenti che si riempivano di lacrime.
Tutte le volte che vedo scene di violenza piango, non riesco a reggerla. Divento empatica, proprio io che mi sento così distaccata da tutto, e vorrei intervenire, bloccarla, far sì che la sofferenza cessasse, basta col dolore, con le ferite. E mi metto a piangere sapendo di essere impotente, di non poter far nulla.
Con gli uomini divento più cinica, il mio sguardo è troppo da primo mondo in questo, troppo figlio della borghesia degli ultimi cent'anni. E il self-made-man prende possesso dei miei pensieri, fino a fare dire loro che quando un uomo sta male è perchè non ha agito in modo da cambiare le cose, che possiamo cambiarci la vita, è solo una questione di forza e debolezza. Ma per fortuna dopo un po' riprendo il controllo, penso a leggi causali e sistemi impossibili da abbattere, a muri così saldi che t'inchiodano dove sei, al fatto che la possibilità di scegliere e decidere esiste solo per alcuni, solo da un certo punto in poi.
E io sono nel primo mondo.
E mi rendo conto delle mie contraddizioni, della mia incoerenza.
Piango per i cani trascinati per terra e ammassati l'uno sull'altro, non riesco a reggere i loro occhi umidi rivolti in camera. Non tocco carne perchè non ci riesco, forse troppo animista in questo, quell'arcaico che resiste e che mi dice che ciò che entra a far parte di me poi mi costituisce. Come nutrirsi delle carni di un nemico valoroso equivaleva ad appropriarsi anche della sua forza, sentire sotto ai denti la consistenza e il sapore della carne mi mostra il terrore dei macelli, il sangue, la follia degli animali che sono condotti alla morte e se ne rendono conto... E non voglio che tutto ciò entri dentro di me.
Non mangio carne, cerco di uilizzare prodotti che non siano testati, che seguano guide etiche... E poi compro pelle, me ne rivesto.
E ricoperta dalla mia nuova giacca di pelle mi sentirò come se fossi gli organi interni di un vitello.
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martedì 11 settembre 2007
sguardi
La metropolitana ha un odore caldo, simile a quello dell'erba calda d'estate, che rimane troppo a lungo al sole e all'umidità della notte e inizia a marcire, e diffonde un sapore dolciastro.
Nonostante sia mezzogiorno non c'è molta gente, e tuttavia mi allontano dall'entrata per stare un po' con i miei pensieri, calmare l'agitazione... Mi guardo intorno, e cerco di fare attenzione alle persone che ho intorno, incontrare occhi, visi, sfumature perchè non scompaiano nella massa..
C'è un ragazzo seduto a fianco al muro, capelli lunghi e forse ricci se non fossero così annodati, un castano schiarito dal sole e barba ancora più chiara.. Mi colpiscono i suoi occhi, stanno ridendo, mentre la bocca sorride impercettibilmente. Seguo il suo sguardo e vedo una bimba che canta, seduta sulle gambe della madre.. Lei orientale, io incapace di riconoscere differenze somatiche e l'oriente diventa un tutto indistinto, il padre è poco più in là, tratti africani. La bimba è bellissima, in un miscuglio di origini che rendono il suo viso unico, irripetibile, e così mi perdo a guardarla giocare, a vederla ridere.
Rumore, aria fredda che sale e porta un odore metallico, stridio di freni.
Passi lenti e calmi, una quiete in contrasto con la gente ad occhi bassi che sgomita e si urta per entrare nel vagone.
Io mi appoggio alla parete, di fronte il ragazzo biondo, ancora il viso disteso in un sorriso. Mi guardo in giro e vedo occhi fissi nel vuoto, facce inespressive, tutti ugualmente per sé.
I due bambini si sono ritagliati uno spazio colorato e continuano a giocare, e io non so se siano più belli loro o gli occhi del ragazzo che sta di fronte a me, persi e felici. Ogni tanto ci guardiamo, felici di incontrare un'altra persona rallegrata da quel pezzetto di mondo.
Scendono, e pochi minuti dopo scende anche lui. Nessuna parola, nessun saluto, ma attraverso i vetri graffiati e lerci del vagone, sotto il sole e a bocca chiusa mi regala un sorriso e occhi che brillano.
Le porte si chiudono di scatto e riprende il viaggio.
Io mi sento cullata, il respiro lungo e profondo.
Sorrido...
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giovedì 6 settembre 2007
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sabato 1 settembre 2007
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lunedì 20 agosto 2007
faccio finta di nulla
Incontro fantasmi, persone che irrompono dal passato d'improvviso... E io che vorrei in questo momento rimanessero fantasmi... Temo l'incontro, temo me stessa, temo te... Come fare a sostenere il tuo sguardo e la tua voce, come fare a staccarmi poi da te.. Come accettare che dopo poche ore sparirai di nuovo dalla mia vita... Paura di non trovare le parole giuste... E quanto vorrei potermi mostrare a te serena e felice, sguardo limpido, un sorriso...
Sospesa perchè ho bloccato spazio e tempo, ho bloccato me stessa in una bolla di vetro sospesa in aria, per non pensare, per non credere, per non ferirmi.
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domenica 19 agosto 2007
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... ecco, si parte ...
Non voglio darmi vincoli nè limiti o scadenze, lasciarmi libera di essere e scrivere... Per qualunque cosa ne verrà... (e questo lo scrivo a me, per ricordarmelo..)
.. e per la prima volta direi che può bastare ..
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